Incontro con il Procuratore Nazionale Antimafia P. Grasso
Il giorno 17 maggio 2010, gli studenti dell’Istituto hanno incontrato il Procuratore Grasso, nell’ambito del Progetto di Educazione alla cittadinanza, Costituzione e legalità.
Al convegno, “Vivere nella legalità: una rivoluzione culturale”, era presente anche il Capo delIa Procura delIa Repubblica di Temi, Fausto Cardella che, dopo una breve introduzione del Dirigente Scolastico Giuseppe Metastasio, ha illustrato la funzione fondamentale che svolge la Procura Nazionale antimafia.
«Per non morire di mafia» è il libro del Procuratore Grasso che gli studenti hanno letto per prepararsi all’incontro, ma la testimonianza diretta ha toccato i giovani che hanno ascoltato in religioso silenzio.
L’evento è stato il momento conclusivo del Progetto dell’Istituto che ha l‘obiettivo di sensibilizzare i giovani alla cultura della .legalità attraverso le esperienze di chi la legalità la vive in prima persona tutti i giorni. La sensibilizzazione può diventare lo scudo dietro cui proteggersi dai moderni e invasivi modelli di infiltrazione della criminalità organizzata nei tessuti di tutta la società; anche se in Umbria, ha affermato il dott. Cardella, “la situazione è sotto controllo, ma il livello di attenzione rimane sempre alto”.
L’intervento del Procuratorre Nazionale, carico di significato etico, atto a penetrare l’animo degli studenti presenti e a risvegliare in loro il senso di legalità che sta alla base di ogni società civile, si è aperto con la riflessione che “La mafia non è un’organizzazione finalizzata al solo scopo di lucro, ma vuole raggiungere il consenso della gente per arrivare ad avere una fetta di potere ampia, facendo anche giustizia in luogo dello Stato. Questo è un problema di tutti” . E si è concluso con la considerazione che “Sappiamo che ormai [il problema nafioso] non è più solo una faccenda circoscritta nelle regioni meridionali e per questo le intercettazioni ambientali restano le nostre armi di punta. Purtroppo non è più solo un problema di pizzo”.
Il Procuratore ricorda, infine, le parole che Falcone disse a Buscetta che gli ricordava che la Mafia lo avrrebbe, anzi li avrebbe uccisi entrambi, «Possono uccidere me, ma le mie idee cammineranno sulle gambe di altri magistrati». E chiude lapidario: «Noi siamo qua e continueremo»
Rassegna stampa:
Il Corriere dell’Umbria del 18 maggio
Il Giornale dell’Umbria del 18 maggio
By Vismara-Manni