Contesto

acciaierie-thyssen-krupp-terniContesto economico-sociale

Terni, 120.000 abitanti, un background economico e culturale fortemente legato alle sue origini agricole prima, industriali poi. Di origini antichissime, venne fondata dai Sabini nel 400 a.C. e rimase legata all’agricoltura e al commercio fino  alla fine del 1800, quando, in seguito alla nascita e allo sviluppo della grande industria siderurgica, subì in pochi anni una trasformazione così radicale da venire chiamata la “Manchester italiana”. Sono state le industrie che hanno dato a Terni il volto “dinamico” di cui poteva vantarsi fino a non molti anni fa, prima della grande crisi che attualmente, purtroppo, viveOggi la grande impresa ha un posto sempre meno esclusivo nella città: l’orizzonte della fabbrica e la cultura della produzione non caratterizzano più il suo codice storico, culturale e “genetico”, anche se un’indubbia “marcatura ereditaria” rende faticoso il cammino verso forme di riconversione produttiva più adatte alla difficile congiuntura economica che investe le realtà locali al pari dell’intero sistema economico nazionale: flessibilità, nuove idee e un forte investimento in altri settori, quale quello turistico, dovrebbero essere la parola d’ordine di una città che invece preferisce reiterare vecchie dinamiche organizzative e formative, con il risultato di un tasso di invecchiamento della popolazione in progressiva, rapida crescita, e la contestuale “fuga” dei giovani verso realtà produttive in grado di assicurare loro un futuro. 

Contesto culturale

La povertà culturale dei giovani ternani è fenomeno piuttosto evidente ad un osservatore attento, cui non sfuggono l’elevato tasso dei consumi giovanili di alcool e droghe, l’altissimo numero di incidenti automobilistici legati alla velocità, una marcata mancanza di “cultura ecologica” e rispetto dell’ambiente, l’alto coinvolgimento nelle tifoserie calcistiche, recenti inquietanti fenomeni di bullismo non sporadico, segnali inquietanti di una realtà cittadina tendente al prosaico, che non fornisce ai suoi giovani l’habitat ideale per la crescita di quegli ideali che trasformano  il qualunquista nel cittadino attivo, portatore del cambiamento in prima persona. Il ruolo della scuola, in questo caso, è cruciale: in presenza, infatti, di famiglie sempre più coinvolte nel lavorativo, con  meno tempo a disposizione per seguire i propri figli, del crescente inserimento nella realtà locale di famiglie di immigrati, con tutto il loro carico di problematiche (non ultimo quello dell’integrazione linguistica), la scuola è chiamata a trasformarsi in centro educativo in senso lato e supplire alle carenze della realtà familiare.

 

Contesto pedagogico

In questa ottica, tutte le scuole in quanto tali, cioè luoghi di formazione della persona prima che del cittadino, dovrebbero attrezzarsi per creare al proprio interno le condizioni perché questa opera formativa si attui. Il “Federico Cesi ci prova. Da tanti anni. E finora ci è sempre riuscito: la valutazione delle attività poste in atto è data dal feedback territoriale. Gli ambiti lavorativi in cui gli studenti svolgono attività di stage o si inseriscono al termine del percorso formativo rimandano forte apprezzamento per la correttezza, la professionalità e la competenza dei ragazzi del “Cesi”. Quale migliore riscontro ad una attività di formazione?

 

 


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